di Nicola Dall’Olio e Sara Fallini*
La multiutility IREN chiude il bilancio 2023 con un utile di 225 milioni di euro e dividendi record per i soci. Nelle casse del Comune di Parma entreranno 4,9 milioni di euro. Detta così sembra una bella notizia, e per la società e gli azionisti privati certamente lo è. Ci domandiamo però quanto del dividendo incassato dal Comune derivi dagli extra-profitti generati da IREN attraverso il teleriscaldamento di Parma facendo pagare agli oltre 30.000 utenti il calore prodotto dal termovalorizzatore al prezzo del gas.
Oltre un anno fa, il Consiglio comunale di Parma aveva approvato una mozione presentata da Europa Verde che chiedeva alla giunta comunale di impegnarsi affinché fosse garantito da IREN un prezzo equo del servizio di teleriscaldamento, calcolato sulla base dei reali costi di produzione del calore che, a Parma, per oltre il 70% deriva dall’incenerimento di rifiuti e risulta di fatto già pagato dai cittadini con la TARI.
Nonostante il voto del Consiglio e un’indagine avviata dall’autorità
Antitrust nei confronti di IREN per abuso di posizione dominante, nulla da allora è stato fatto da parte della Giunta comunale a favore degli utenti del teleriscaldamento che hanno continuato a pagare bollette esorbitanti. Nel frattempo, però, anche a seguito delle numerose proteste e della palese iniquità dei prezzi imposti in regime di monopolio dalle multiutility, è stata modificata la legge nazionale dando mandato all’Autorità di regolazione per l’energia (ARERA) di stabilire un nuovo sistema tariffario basato sui reali costi di produzione del calore (cost-reflective) e non più sull’equiparazione al costo del riscaldamento a gas.
Dal primo gennaio 2024, è entrato in vigore un regime transitorio e sarebbe interessante che gli utenti del teleriscaldamento potessero conoscere quanto hanno risparmiato in bolletta rispetto al precedente sistema di calcolo. Visto che il Comune di Parma, a differenza di altri, non ha mosso un dito affinché IREN riducesse i costi delle bollette chiederemo con una interrogazione che l’assessore competente informi almeno gli utenti parmigiani.
Resta comunque il nodo irrisolto dell’inestricabile conflitto di interesse in cui si ritrova il Comune che da un lato dovrebbe tutelare gli interessi dei cittadini e dall’altro viene drogato dai dividendi generati dalle bollette pagate da quegli stessi cittadini-utenti. Come Europa Verde riteniamo che il Comune non dovrebbe essere socio di una multiutility quotata in borsa che punta a massimizzare i profitti per i soci e non ha più alcun reale radicamento nel territorio di Parma.
Siamo convinti che i servizi pubblici locali dovrebbero ritornare sotto il controllo diretto del Comune, a cominciare dal servizio idrico integrato. Su questo versante ci faremo promotori di una specifica proposta che auspichiamo possa trovare l’appoggio della maggioranza in Consiglio comunale.
* Co-portavoce di Europa Verde Parma