da Rete Diritti in Casa
L’edificio di Via Micheli 5 a Langhirano è stato recuperato a fini abitativi negli anni Novanta e per decenni ha rappresentato una valida soluzione per lavoratori singoli e famiglie con difficoltà nel reperire alloggi e a basso reddito. È costituito da 8 alloggi, delle quali 2 sono camerate per lavoratori singoli e il resto appartamenti per famiglie. Per la permanenza è previsto il pagamento di un canone un po’ più basso del mercato ma più alto di quello degli alloggi Erp. Da quest’anno il Comune di Langhirano ha deciso di chiudere la struttura e riconsegnarla alla Provincia che è la proprietaria.
Considerato che in paese l’emergenza abitativa c’è, basti pensare al fatto che sono ben 60 le famiglie che hanno fatto richiesta di accedere alle case popolari con il bando 2020, viene da pensare che a fronte della chiusura di otto alloggi a canone sociale si sia pensato di attivare un’altra struttura, per lo meno altrettanto capiente. Invece no. Buona parte degli abitanti dell’ex caserma sono stati trasferiti nei pochissimi alloggi ERP ancora disponibili, che potevano invece essere destinati ad altre persone.
Si tratta in tutti i casi di alloggi sottodimensionati rispetto alle esigenze delle famiglie e per di più con assegnazioni temporanee (18/24 mesi). Queste assegnazioni, inoltre, bloccano l’accesso alla casa popolare da parte delle tante famiglie in difficoltà (ripetiamo, 60 nuclei) che sono state ammesse alla graduatoria comunale appena chiusa. Quindi, l’emergenza abitativa a Langhirano, di per sé già pesante, è destinata a manifestarsi in tutta la sua gravità, anche in considerazione del fatto che a giugno finirà il blocco degli sfratti e tutti coloro che hanno accumulato morosità per l’alloggio o che erano già sotto sfratto si troveranno senza alcuna soluzione, considerato che non ci sono più case a canone sociale disponibili.
Per questo chiediamo con forza al Comune di Langhirano e alla Provincia di riconsiderare la questione e mantenere la destinazione abitativa con finalità sociali dell’immobile di via Micheli.
È passato un anno da quando le chiusure conseguenti alla pandemia hanno cominciato a compromettere l’equilibrio economico delle famiglie ma non è stato ancora attivato, né a livello locale né a livello nazionale, nessun intervento per prevenire la drammatica emergenza abitativa che la crisi economica legata al virus andrà inevitabilmente ad aggravare. L’ISTAT parla di un milione di nuovi poveri, alcuni appartenenti a categorie che prima non erano toccate dal bisogno.
C’è innegabilmente bisogno di sostegno pubblico per l’accesso alla casa, sottraendo spazio al mercato privato degli immobili. Quindi invece di chiudere le strutture esistenti bisogna trovare soluzioni per implementare il patrimonio ERP che a Langhirano è particolarmente scarso.
(Lo sportello per il diritto all’abitare contro sfratti sgomberi e distacchi della Rete Diritti In Casa è aperto tutti i martedì dalle 18:00 presso Casa Cantoniera Via Mantova 24 Parma)