da Studenti e studentesse di Parma stanchi della Dad
In questi ultimi giorni, più volte ci siamo trovate e trovati davanti alle nostre scuole, oltre che in piazza Garibaldi, a manifestare il nostro dissenso in maniera pacifica e sicura, portando con noi libri e computer e seguendo insieme la didattica a distanza, chiedendo così che le promesse fatte dalle istituzioni di riaprire la scuola in sicurezza vengano finalmente mantenute.
Prima un accordo tra Stato e regioni ha promesso la riapertura il 7 gennaio, poi posticipato all’11 dopo Natale e, ancora una volta, ulteriormente prorogata al 25 gennaio. Le promesse non ci bastano più e la Dad per tante e tanti di noi risulta essere un disagio sempre più insopportabile. Crediamo che quella fatta nell’ultimo anno non fosse né ‘Scuola’ né ‘Didattica’, e anche capendo la necessità di ridurre i contagi, non comprendiamo più questo continuo mettere in secondo piano la scuola, continuando a trovare priorità altrove.
Le continue promesse non mantenute rendono ancora più difficile quest’attesa e aggiungono frustrazione ai problemi che abbiamo avuto nell’ultimo anno. Non tutte e tutti, infatti, possiedono i materiali sufficienti per seguire le lezioni a distanza, oltre che lo spazio e la tranquillità necessaria per poter studiare.
Abbiamo fatto “didattica in presenza” il 7 gennaio al liceo Toschi, poi l’8 in piazza Garibaldi e l’11 gennaio davanti al liceo Romagnosi. Siamo contenti di aver ricevuto solidarietà sia dai passanti, che ben comprendevano la nostra situazione, sia dai genitori, dai professori e professoresse oltre che dai professori Guido Campanini e Giovanni Brunazzi, presidi del Romagnosi e dell’Ulivi.
Abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere questi semplici punti:
- Screening periodici su tutta la comunità scolastica;
- Inserimento della comunità scolastica nelle categorie a rischio, subito successive a operatori sanitari e anziani, per quanto riguarda la vaccinazione;
- Rientro in sicurezza
- Accoglienza e recupero scolastico degli studenti e delle studentesse fortemente penalizzati dal punto di vista didattico e psicologico;
- Attività laboratoriali garantite in presenza al 100%;
- Potenziamento del trasporto pubblico con incremento delle corse e dei mezzi per garantire la salute.
Inoltre, chiediamo ai presidi, come già successo l’11 gennaio durante la nostra manifestazione al Romagnosi, di poter replicare quanto è avvenuto, ossia avere la possibilità di seguire la Dad a scuola in sicurezza, permettendo così a chi ha difficoltà nel seguirla da casa di potersi mettere al pari degli altri. Continueremo questa protesta pacificamente fino alla riapertura delle scuole, portandola in altri istituti e venerdì pomeriggio davanti alla Prefettura alle 16, insieme a genitori e insegnanti.
Speriamo che altri presidi possano esprimere solidarietà e possano accogliere la nostra richiesta. Speriamo, inoltre, che le istituzioni possano finalmente ascoltarci, dando finalmente priorità alla scuola e smettendo di fare strumentalizzazioni sulla nostra pelle. La chiarezza che non ci è stata data nelle ultime settimane è un diritto che le istituzioni devono garantire a tutte le studentesse, gli studenti e all’intera comunità scolastica.