La mia esperienza con Supporto Popolare

di Silvia Lumaca

Entrare a far parte del gruppo di persone che ogni settimana dedicano una mezz’ora del loro tempo per distribuire i pacchi alimentari del Supporto Popolare è stato molto semplice. Ho telefonato, o forse mandato un messaggio, e sono stata invitata a passare. E poi ho continuato a farlo.

Ad Art Lab, il giovedì o mercoledì in tarda mattinata, nello stanzone davanti, sulla destra del portone d’ingresso che adesso ospita – direi in pianta stabile – il Supporto Popolare. Quando arrivo scambio qualche chiacchiera co* ragazz* di Potere al Popolo, mi guardo un po’ intorno e poi prendo il mio pacco e mi dirigo a piedi, un po’ traballante, per i vicoli dell’Oltretorrente finché non arrivo a destinazione.

Appoggio il pacco, suono il campanello e aspetto Elena, la ragazza giovanissima a cui lo andrò a consegnare, che vive sola con sua madre e ha dei lunghi capelli biondi molto sottili e ricorda da vicino uno di quei personaggi di cui si innamorano i protagonisti dei libri che mi piacciono. E in realtà persino il protagonista di un libro in particolare. Ma direi che è una divagazione tralasciabile.

Il Supporto Popolare è stato organizzato dalla sezione di Potere al Popolo di Parma, insieme ad Art Lab Occupato e La Paz Antiracist Football Club, con lo scopo di supplire, in parte, alle sofferenze indotte dalla pandemia di corona virus nelle persone con più fragilità sociale del nostro territorio, ossia per chi durante la pandemia – ma probabilmente anche prima – aveva più bisogno di aiuto, in questo caso aiuto economico, anzi aiuto alimentare, dei generi di prima – il termine “prima” è importante – necessità, come uova, pasta, verdura, frutta, latte, biscotti, scatolette.

È stata organizzata anche una raccolta di abiti, e di prodotti per il bagno: bagnoschiuma, shampoo, cose così; io ho selezionato un po’ di vestiti per Elena e sua madre ed erano molto carini, sono stata felice.

All’inizio quando le avevo chiesto se poteva aver bisogno anche di vestiti mi aveva detto di no; era intimidita – anche Vincenzo, uno de* ragazz* che organizzano il progetto mi aveva prevenuto su questa possibilità – penso si vergognasse ma poi ha accettato. È stato bello vedere che piano piano acquistava fiducia e si “vergognava” meno di dover chiedere aiuto, ma questo purtroppo fa pensare a quanto sia probabile/possibile che ci siano tante altre persone che hanno bisogno di aiuto e si vergognano a chiederlo.

Non so voi, ma io passo spesso per via Imbriani, davanti alla mensa popolare diocesana, e spesso mi capita di vedere le persone in fila che guardano in basso, perché non vogliono incrociare il mio sguardo, non vorrebbero essere lì perché vuol dire che sono poveri. Ed essere poveri nella nostra società è una colpa.

È uscito da poco uno studio molto interessante su questa questione, Le origini psicologiche della disuguaglianza, della sociologa Chiara Volpato, edito da Laterza, che indaga questo fenomeno molto bene e molto chiaramente. Il senso di inferiorità psicologica che provano le persone che hanno “meno” degli altri è qualcosa di statistico, qualcosa che si traduce in immobilismo sociale, in educazione diseguale, sanità diseguale, case diverse, cibo diverso… Ecco – così chiudo la parentesi – il Supporto Popolare cerca almeno di dire “Cibo diverso no”.

I prodotti che consegnamo sono della miglior qualità, e sono per il 99% locali; sfruttano la filiera corta di Oltrefood, la cooperativa che ha appena aperto il suo negozio autogestito nella via parallela a dove si trova Art Lab e che li cede al Supporto a ricarico zero.

Per chi come me ha spesso guardato con sospetto – almeno da una prospettiva politica – i negozi “bio” come alternative per ricchi alla boutique, dati i prezzi… è importante vedere che esistono alternative “sostenibili” per tutti di accedere al biologico, alla qualità, anche al gusto – perché i prodotti sono anche tecnicamente più buoni – e che questi possano entrare in un pacco popolare.

Io non ho la macchina in questo momento – in realtà da molto – e inizialmente avevo titubato a chiamare, perché pensavo di essere inutile. Mi ha fatto poi forza il pensiero di avere una bicicletta ma alla fine il mio pacco lo consegno a piedi e al Supporto mi hanno subito accolto e a questa cosa dell’essere a piedi nessuno ci ha fatto caso.

Mi sono sentita “bene” da subito, e ho abbandonato quei timori che sono naturali in tutti – o molti, almeno – quando intraprendono una cosa nuova ed entrano per ultimi in un gruppo già formato.

Avevo esordito scrivendo appunto questo, che ero entrata a far parte di un gruppo, un gruppo di persone. Mi è venuto spontaneo ma è anche importante sottolinearlo visto che si tratta un gruppo che afferisce a un partito politico. È vero, ma prima di tutto si tratta di un gruppo di persone, che si ritrova per aiutare altre persone. La cornice politica, a mio parere, al massimo, dà solo più profondità e spessore alla cosa. Io poi personalmente non ce l’ho la tessera di Potere al Popolo, anche se forse la farei ma per partecipare al Supporto, da ogni punto di vista, non è necessaria.

Ora, mi diceva Emanuele, un altro organizzatore, il Supporto Popolare è un po’ in difficoltà e la mia testimonianza la sto scrivendo anche per questo. Ci sono soldi solo per completare i pacchi di pochissime settimane. Il Supporto Popolare si mantiene con le donazioni, e per la maggior parte sono state donazioni di poche – o pochissime – decine di euro, ma al momento stanno un po’ mancando.

È un progetto importante, è importante perché raggiunge degli invisibili, persone in difficoltà, e le fa sentire meno in difficoltà e più ascoltate. Anch’io nel mio piccolo – davvero piccolissimo – ho potuto percepire che stavo aiutando qualcuno. È una cosa bellissima. E soprattutto, è una cosa vera. Non è solo un post su facebook, per dire, senza polemica, è aiutare qualcuno ad apparecchiare la tavola, e a pensare al mangiare con meno angoscia.

Personalmente spero che il progetto vada avanti, che si ingrandisca e raggiunga sempre più persone in difficoltà, che sono – temo, come dicevo – ancora più difficili da raggiungere dei potenziali donatori. Ma entrambi affollano le nostre strade.

 

Per sostenere l’azione di Supporto popolare, si può donare o fare un bonifico sul seguente Iban: IT22P0306967684510346117897, intestato a Leonardi, causale: supporto popolare. Per informazioni: 3483740524 oppure poterealpopoloparma@gmail.com (ndr).