di Michela Cerocchi
Giovedì 14 novembre, alle ore 18 alla libreria Mondadori di piazza Ghiaia, sarà presentato il volume Diventare uomini (settenove, 2016). Insieme all’autore Lorenzo Gasparrini discuterà Michela Cerocchi (Centro studi movimenti) e Giacomo Mambriani (Maschile Plurale). L’iniziativa è organizzata dal Centro studi movimenti, Maschile Plurale e Maschi che si immischiano, nell’ambito del progetto Open² – Ogni Persona è Noi, insieme a Comune di Parma e con il contributo della Regione Emilia Romagna (ndr).
Il libro Diventare uomini. Relazioni maschili senza oppressioni di Lorenzo Gasparrini, filosofo femminista, segue la vita di un maschio italiano, dalla nascita all’età adulta. Ne analizza tutti i passaggi della sua crescita fisica, sociale e identitaria facendo emergere come sia facile apprendere tutte le cattive pratiche del patriarcato.
In effetti noi tutti, maschi e femmine, nasciamo in una società dispari ma vissuta come normale, in una realtà dove già dalla nascita si sente l’esigenza di distinguere visivamente i due sessi con i colori rosa e azzurro. Colori che in realtà hanno una storia molto diversa. Nei secoli scorsi il rosa era un colore legato alla mascolinità, non per niente il principale periodico sportivo aveva e ha le pagine di quel colore. Ma oltre a questa distinzione durante la crescita maschi e femmine vengono educati in modo diverso, perché differenti saranno i ruoli che dovranno avere nella società adulta. Basta entrare in un negozio di giocattoli per capire tutto questo: nella sezione maschile ci saranno macchinine, ruspe, palloni, Lego per chi da grande avrà un lavoro fuori casa in cui dovrà usare il proprio ingegno e la propria manualità; la sezione femminile invece sarà piena di bambole di ogni sorta, piccole cucine, elettrodomestici, trucchi e spazzole. Perché queste bambine dovranno essere brave nelle faccende domestiche, pronte a prendersi cura degli altri e al contempo con un aspetto sempre bello e curato.
Quando dall’infanzia si passa all’adolescenza niente cambia, ma molto si complica. Questi sono gli anni in cui i ragazzi e le ragazze incontrano l’amore e la sessualità, in cui scoprono il loro corpo e le modalità di relazione con il sesso che li attrae. E qui c’è un grande vuoto, ovvero nessuno educa questi uomini e donne in erba a una sessualità che parta dall’ascolto di sé. Si fa raramente in famiglia, ancora meno in una scuola terrorizzata dalla teoria Gender (senza nemmeno sapere cosa significa). Quindi i ragazzi dove apprendono la sessualità? Molto spesso dalla pornografia. Filmati e immagini che si passano da cellulare a cellulare e dai quali assorbono una sessualità femminile inesistente e passiva, la donna è solamente un corpo a disposizione delle voglie maschili, spesso anche violente; mentre la sessualità maschile è una dimostrazione di potenza meccanica e infallibile.
Da qui all’età adulta il passo è breve e il ragazzo diventa un uomo che ha incamerato in sé pregiudizi e abitudini sessiste che potranno sfociare in comportamenti irrispettosi e violenti e che diventeranno parte attiva in una società discriminatoria in tutti gli spazi di vita, dalla famiglia al luogo di lavoro, dal bar allo spogliatoio.
Si può invertire questa rotta? Certamente sì. Lorenzo Gasparrini nell’ultimo capitolo apre la strada a diverse modalità di essere uomini in questa società. È però necessaria una presa di coscienza libera e critica degli stessi uomini sul patriarcato e solo attraverso di essa si potranno liberare non solo gli altri generi da una situazioni di oppressione, ma anche il maschile stesso da stereotipi soffocanti e limitanti.