da Potere al Popolo Parma
Venerdì mattina, sciopero di diversi sindacati di base. In piazza Garibaldi il Collettivo educatori di Parma e ADL Cobas sostengono la lotta delle lavoratrici del Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD) del Comune di Parma. Raccontano delle loro condizioni di lavoro e riconosciamo condizioni simili a quelle di tante operaie della cura: abuso della banca ore, tempi degli spostamenti non riconosciuti, carenza e inefficienza dei mezzi di trasporto aziendali.
L’assistenza domiciliare, un servizio importante, per conto del Comune di Parma è gestito dalla “cooperativa” Proges, vero e proprio colosso dell’imprenditoria sociale. Dietro i disagi delle operatrici scese in piazza, si intravede il triste stato dei nostri servizi sociali, progressivamente definanziati e ormai sempre più lontani da quell’eccellenza emiliana, rimasta solo nella retorica dei convegni e aggrappata alla sensibilità e alla professionalità di chi lavora sul campo. Gli operatori sono schiacciati: da un lato, un’organizzazione sempre più farraginosa, in balia di tagli e riorganizzazioni votate al risparmio, e dall’altro le stesse persone di cui si prendono cura. In mezzo, i loro contratti e le loro vite. Merce rara da queste parti i tempi pieni. Molti, invece, i part-time stiracchiati al massimo dal sistema della banca ore, che costringe i dipendenti a essere sempre disponibili per l’azienda: la gestione scarica il risparmio di risorse della cooperativa (e del Comune) su chi lavora.
Le lavoratrici del SAD erano in piazza, venerdì mattina, a chiedere il rispetto di un contratto per altro tra i peggiori e meno tutelanti, affidandosi al sindacato di base ADL, dopo esperienze poco edificanti con il sindacato confederale. Perché questa situazione dura da parecchio tempo e molto probabilmente non si tratta di un’eccezione.
La risposta delle istituzioni non ci riserva grandi sorprese: si chiudono occhi e orecchie e in piazza, per sorvegliare trenta pericolose lavoratrici del sociale, due blindati della polizia, una gazzella dei carabinieri e un’auto della municipale. Mentre la risposta di Proges è disconoscere un sindacato non addomesticato. Nulla di nuovo. Anzi no. Di nuovo ci sono queste lavoratrici che hanno alzato la testa, che hanno avuto il coraggio di svegliare bruscamente una sonnolenta cittadina di provincia e aprire gli occhi a tutti sulle condizioni del welfare a Parma: le pessime condizioni di lavoro delle operaie della cura riflettono la qualità dei nostri servizi. La lotta di queste donne coraggiose non punta solo ad avere condizioni di lavoro migliori, ma anche ad avere servizi pubblici accessibili per tutti e rispettosi della dignità delle persone più fragili. Per tutto questo la loro lotta non può che trovare il nostro sostegno pieno e incondizionato.
Dopo il presidio sotto il Comune, si sono riunite davanti alla prefettura per ottenere un tavolo in cui poter almeno esporre il problema. È un primo piccolo risultato, ma in questo deserto di indifferenza e rassegnazione è un inizio importante che può essere d’esempio a tante lavoratrici, tanti lavoratori, convinti che non sia possibile cambiare.