di Francesco Antuofermo
Dei Gabbiotti della Paura abbiamo già scritto qualche mese fa. Ora purtroppo dobbiamo discutere delle vetrine della vanità.
Secondo Max Weber “l‘uomo politico deve soverchiare dentro di sé, giorno per giorno e ora per ora, un nemico assai frequente e ben troppo umano: la vanità”. Nella maggior parte dei casi, la vanità è cosciente, ossia l’interessato agisce secondo un piano per soddisfare il desiderio di mettersi in mostra. Siamo tutti malati di vanità e spesso questa ci porta a fare degli errori. Ma mentre la gente comune gli errori dettati dalla vanità in genere se li paga, il politico, nella sua brama di apparire ad ogni costo, si convince che può usare allo scopo la ricchezza collettiva senza rispondere personalmente degli sprechi.
Gli errori si possono commettere in qualsiasi momento. Sono una caratteristica dell’uomo. Si sbaglia in continuazione. Chi fa, chi scrive, chi studia e prepara un esame, chi lavora e deve prendere decisioni: la nostra vita è piena di errori, è ricca di decisioni che con il senno di poi mai e poi mai avremmo avvalorato. L’errore però è anche educativo. Ci permette di rimediare e se manteniamo il ricordo ci consente di non ripeterlo, di non sbagliare una seconda volta. È un assioma semplice, quasi banale: dagli errori si impara.
Una banalità, però, dalla quale sembrano esclusi gli amministratori della nostra città. Appena qualche mese fa, infatti, sono stati dismessi i gabbiotti di sicurezza, installati dalla giunta Vignali, con lo scopo di proteggere i cittadini di Parma dal crimine. All’interno era stata garantita la presenza della Polizia Municipale, ma poi in realtà non si vide neanche l’ombra di una divisa. 120 mila euro di investimento sulla sicurezza, si vantava allora l’ex sindaco Vignali. Sappiamo ora che quei soldi sono stati gettati al vento e i gabbiotti, ormai in disuso, sono stati rimossi e parcheggiati presso i magazzini comunali di via Spezia, in attesa di qualche idea sul loro riutilizzo. Fu una decisione avventata? Precipitosa? Un errore di valutazione? Può darsi. Di sicuro la loro inaugurazione permise a quegli amministratori di mettersi in mostra, farsi fare le foto, flirtare con la stampa e soddisfare la propria vanità cosciente. A costo di sperperare denaro pubblico. I gabbiotti della sicurezza si sono rivelati un grossolano errore. Lo evidenziarono in tanti: un presidio fisso di polizia nelle vie centrali della città è inutile e dispendioso. Nonostante questo, la giunta di Pizzarotti cosa fa? Si inventa un altro presidio fisso: le vetrine della sicurezza.
“Nel deserto commerciale di via Bixio – tra chiusure e stive e definitive – c’è una saracinesca che si alza. È quella del nuovo distaccamento della polizia municipale di Parma, inaugurato questa mattina dal sindaco Federico Pizzarotti, dall’assessore alla Sicurezza Cristiano Casa e dal comandante Roberto Riva Cambrino.” La decisione di installare queste nuove postazioni fisse è stata presa “dopo le positive esperienze nel quartiere San Leonardo e in piazza Garibaldi, dove si è registrato da parte della cittadinanza un riscontro positivo in termini di sicurezza”.
Secondo l’assessore Casa “si tratta di un segnale tangibile per i residenti e i commercianti del quartiere che potranno contare sulla presenza concreta di agenti, che provvederanno ad effettuare attività di presidio, controllo e pattugliamento”. Sono le stesse motivazioni che nel 2010 avevano convinto e spinto Vignali, l’assessore Fecci e il comandante dei vigili Jacobazzi, a installare i famigerati gabbiotti. Quindi, dopo dieci anni riprendiamo la stessa cantonata? Quella precedente non è stata sufficiente per evitarne una nuova? L’assioma che dagli errori si impara non vale per i nostri amministratori?
Nei negozi della sicurezza, si dice, verrà garantita la presenza della polizia municipale in divisa e i cittadini potranno conferire con loro da lunedì al venerdì. Ma solo dalle 13,30 alle 15,00. Quindi, i cittadini onesti potranno liberamente transitare davanti alle vetrine della Polizia Municipale, ammirare le divise esposte nonché gli indossatori e sentirsi per questo rasserenati contro il pericolo della malavita di Parma. Ma non potranno fare come negli altri negozi: le divise potranno essere toccare con mano solo dalle 13.30 alle 15.00, quando in sostanza tutti sono impegnati col pranzo quotidiano. Se, ad esempio, il malvivente di turno alle 8.00 non paga il cappuccino, il barista dovrà aspettare l’ora di pranzo per la denuncia. Una risposta originale della giunta, alla crisi delle saracinesche dei negozi abbandonati in seguito alla scellerata politica commerciale, che su tutto il territorio nazionale tende a favorire la grande distribuzione a scapito del piccolo commercio. Ora si capisce cosa intendeva il Sindaco quando prometteva di riaprire i negozi e quale merce intendesse esporre. Quali sarebbero poi le soluzioni concrete contro la microcriminalità che non possono essere fornite con le strutture già esistenti? Nessuna indicazione. Ci si chiede: qual è il costo dell’operazione “vetrine della sicurezza” che dovremo sostenere e rimpiangere tra qualche anno?
Ma tanto i nostri amministratori difficilmente risponderanno dei propri errori. Via libera quindi alle foto, all’intervista. Far parlare di sé ed essere presenti sugli organi di informazione. Ritagliarsi qualche spazio nella cronaca cittadina, apparire sorridente nel servizio televisivo. Dare libero sfogo alla vanità. Oggi come allora. Come dieci anni fa. Una vera malattia incurabile che sembra aver contagiato anche la Polizia Municipale, disposta addirittura a mettersi in mostra nella vetrina di un negozio.