da Unione Sindacale di Base
Dopo lo stop and go imposto dalla commissione antisciopero, si avvicina il momento per i lavoratori del nostro settore di mettere in campo con forza le ragioni della nostra rabbia: il 14 DICEMBRE daremo vita per la prima volta nel nostro paese ad uno SCIOPERO NAZIONALE dei lavoratori e lavoratrici delle COOPERATIVE SOCIALI E TERZO SETTORE!
Le ragioni dello sciopero, oltre a quelle già individuate nei passaggi che abbiamo costruito negli ultimi mesi, dalle numerose assemblee territoriali, a quella nazionale degli educatori del 6 ottobre scorso al presidio dello scorso 30 novembre che ha portato una delegazione di operatori al Ministero della Funzione Pubblica ad ottenere l’apertura di un tavolo permanente sulle esternalizzazioni, sono quelle di chi ha deciso di rifiutare l’assunto del LAVORO POVERO imposto da Legacoop-Confcooperative-AGCI e Cgil-Cisl-Uil, che negli ultimi trent’anni hanno lavorato alla distruzione di diritti e salario costruendo intorno al Welfare pubblico una gabbia di precarietà, privatizzazioni, sottrazioni di salario e diritti: dalla Riforma del Terzo Settore voluta dal Ministro di Legacoop Poletti, al Jobs Act di Renzi nei cambi d’appalto, ai finti rinnovi contrattuali della triade sindacale, che non restituiscono nulla sul piano del potere d’acquisto e tolgono tanto in termini di diritti, e che barattano in una ossessione compulsiva la contrattazione sul welfare aziendale con la distruzione dello Stato Sociale per tutti i lavoratori e le lavoratrici. In una condizione in cui i servizi sociali, sanitari, culturali e di welfare sono sempre più sottoposti alla mannaia del pareggio di bilancio, al taglio lineare, alla riduzione all’osso quando non alla vera e propria scomparsa, fare sentire la voce di chi in quei servizi ci lavora, garantendo la dignità dei servizi offerti all’utenza, diventa un dovere.
In tutto il Paese sono a rischio migliaia di posti di lavoro: il riordino professionale dato dal combinato disposto delle Leggi Lorenzin/ex Iori, potenzialmente espelle dai servizi migliaia di educatori che, pur avendo lavorato fino a ieri nei servizi grazie ai propri percorsi di studio ed alla propria esperienza, rischiano oggi di vedersi accusati di abuso della professione educativa, o in altri casi, di doversi pagare di tasca propria formazione onerosissima che non dà luogo a un riconoscimento formale della qualifica; il tutto senza garanzia di continuità lavorativa in un sistema per lo più basato sugli appalti, che com’è noto, garantisce ricche prebende ma non la tutela del lavoro. L’ultima minaccia, in ordine temporale, riguarda i posti di lavoro e il futuro occupazionale di quanti operano nei CAS, SPRAR e servizi rivolti a migranti e rifugiati con i tagli del Decreto Sicurezza alle spese e alle risorse del circuito dell’accoglienza. Le prime stime, al ribasso, parlano di 15.000 posti di lavoro in meno, nel circuito dell’accoglienza, per i lavoratori delle cooperative sociali!
In generale, la riduzione della spesa pubblica per i servizi sociali, sanitari, culturali e di welfare, i meccanismi predatori al quale è sottoposto questo settore, il malaffare che spesso accompagna le esternalizzazioni, lo sfruttamento che si realizza in condizioni di lavoro più simili al volontariato che al lavoro salariato, indicano il fatto che è necessaria una presa di coscienza forte e organizzata da parte di tutti gli operatori del settore. Difendere la qualità dei servizi significa difendere la nostra professionalità. Difendere i nostri posti di lavoro significa difendere il diritto di milioni di cittadini di accedere al diritto alla salute, all’accoglienza, al welfare universale, ai servizi alla persona, ai servizi culturali!
Per questo USB chiama allo sciopero e alla mobilitazione tutti gli operatori del settore, dagli educatori in rivolta contro le leggi di disordino professionale Lorenzin/ex Iori, agli OSS che chiedono il riconoscimento per il lavoro di cura come lavoro usurante, a tutti quelli il cui lavoro è a rischio per le continue ristrutturazioni aziendali, cambi d’appalto, riorganizzazione dei servizi, agli operatori dell’accoglienza, per i quali il decreto sicurezza significa perdita di migliaia di posti di lavoro, oltre che espulsione di massa dei migranti dalla garanzia di un accoglienza degna, a tutti gli operatori esternalizzati, che chiedono lo svincolo dei servizi sociali dal Patto di Stabilità e la fine del regime degli appalti, perché la qualità della vita delle persone viene prima dei bilanci di austerità, lacrime e sangue, che tutti i governi degli ultimi trent’anni ci hanno propinato a mani basse!
COSTRUIAMO L’UNITÀ DEGLI OPERATORI SOCIALI A DIFESA DEL LAVORO, DELLA QUALITÀ DEI SERVIZI, DEL DIRITTO E DELLA DIGNITÀ ALL’ACCESSO AD UN WELFARE UNIVERSALE!
IL 14 DICEMBRE SCIOPERO E MANIFESTAZIONE NAZIONALE
PIAZZA MONTECITORIO H 11 – ROMA
– CONTRO il riordino professionale determinato da Decreto Lorenzin (Legge 3/2018) e la c.d. ex Legge Iori (commi 594-601 della Legge 205/2017), che esclude migliaia di educatori dal riconoscimento del proprio titolo qualificante e della propria posizione professionale e obbliga ad una formazione onerosa gli educatori attualmente occupati non in possesso di specifica qualifica, mettendo per tutti a rischio il posto di lavoro.
– CONTRO la sistematica riduzione dei fondi per la non autosufficienza, per un piano di rilancio dei servizi di welfare: svincolare i servizi di welfare, sanitari e culturali dal Pareggio di Bilancio e dal Patto di Stabilità.
– CONTRO l’esternalizzazione dei servizi, gli appalti al massimo ribasso, l’incapienza del costo del lavoro nei bandi pubblici.
– PER un emendamento nella prossima legge finanziaria che salvaguardi la posizione professionale e lavorativa di tutti gli educatori, per una formazione gratuita e riconosciuta.
– PER un piano nazionale di reinternalizzazione dei servizi di welfare, beni culturali e sanità, per un piano nazionale di definizione dei Livelli Essenziali Assistenziali che tuteli la dignità e la qualità dei servizi.
– PER il riconoscimento del lavoro di cura, educativo e assistenziale, come lavoro usurante.
– PER un sistema dell’accoglienza di migranti e stranieri che sia Pubblico. Basta col business privato dell’accoglienza e l’enorme distribuzione di profitti ai privati.
– PER una legge che tuteli la posizione dei lavoratori part time ciclici verticali sul piano contributivo e della tutela del reddito.
– PER un contratto nazionale delle cooperative sociali e del terzo settore che equipari i lavoratori impiegati, sia normativamente che retributivamente, ai lavoratori pubblici.