Ottant’anni fa, dopo gli ultimi combattimenti di fine aprile per liberare la città, il 9 maggio 1945, le migliaia di uomini e donne delle brigate partigiane del Parmense sfilarono nel centro di Parma, da viale San Michele fino a piazza Garibaldi, dove ad attenderle vi erano gli ufficiali delle Forze alleate, i comandanti della Resistenza, i dirigenti del Comitato di liberazione nazionale e le nuove autorità democratiche.
Venerdì 9 maggio alle 18.30, in piazzale Inzani, a Parma, verrà presentato il libro Alleanze ribelli. Per un femminismo oltre l’identità, appena pubblicato in italiano da progetto Me-Ti, un progetto editoriale di informazione e formazione indipendente. A presentare il libro saranno Clara Serra, tra le curatrici dell’edizione originale spagnola nonché dell’edizione tradotta, filosofa e femminista e già membro dell’assemblea regionale di Madrid per Podemos, e Viola Carofalo, della redazione di progetto Me-Ti, filosofa e docente all’Università Orientale di Napoli, membro del coordinamento nazionale di Potere al Popolo. La presentazione è organizzata da Potere al Popolo Parma, con la collaborazione del bar Rivamancina.
Scrivere del libro di Margherita Becchetti, Non per bellezza. Donne (e uomini) nella lotta partigiana, edito da Mup nell’aprile del 2025, significa, per me, scrivere del libro di un’amica/sorella e compagna di scelte ed è insieme la cosa più facile e più difficile che ci sia.
Facile, perché le parole di chi condivide i tuoi stessi percorsi di studio e il tuo stesso sguardo sul mondo sono anche le tue. E in quelle parole ti ci metti comoda, ti ci ritrovi e il sentirle così vicine le fa inevitabilmente sembrare giuste, quasi fossero le sole possibili, le sole in grado di restituire quella quelle storie, quelle vite, la storia.
Tuttavia, per le stesse ragioni, diventa anche difficile. Perché la riconoscenza è uno strano motore che rischia di ridurre la lucidità necessaria per porsi domande e, se serve, criticare, prendere le distanze.
Venerdì abbiamo contestato la presenza di alcune associazioni sioniste che per la prima volta hanno deciso di sfilare a Parma in occasione del 25 Aprile. Lo abbiamo fatto perché siamo stanchi di vedere usare lo sterminio degli ebrei perpetrato dal nazismo e dai suoi satelliti europei, come la triste Repubblichina di Saló, come un lasciapassare per lo stato di Israele per poter compiere un genocidio impunemente. Nel corteo del 25 Aprile non può esserci spazio per chi sostiene che i civili palestinesi meritano il massacro perché durante il cessate il fuoco non hanno dato informazioni utili alla liberazione degli ostaggi, riteniamo che esista un limite alla decenza.
*Intervento per la Festa della Liberazione svolto a Lesignano de’ Bagni il 25 aprile 2025, basato sul libro “Sangue sulla neve. L’uccisione del partigiano Ernesto Pelagatti, Lesignano de’ Bagni, 1944” (Centro studi movimenti Parma, Comune di Lesignano, Anpi provinciale, 2017)
Ottant’anni fa, nel 1945, a Lesignano de’ Bagni alle porte di Parma la Resistenza andò oltre la Resistenza. Quando le formazioni partigiane dopo l’insurrezione del 25 aprile deposero via via le armi, Lesignano non ritenne ancora di aver finito. Tutt’altro. Per certi aspetti, il colpo più potente contro il nazifascismo doveva ancora essere sparato: più forte e più puro d’un colpo di sten.
Barrique Piazzale Picelli, Casa delle donne, Centro studi movimenti, Ciac, Coro dei Malfattori, La Paz e Circolo Pedale Veloce
Notiamo con attenzione le recenti iniziative politiche, tra cui dichiarazioni e visite come quella di Pietro Vignali, che si concentrano sull’Oltretorrente. Se da un lato queste possono intercettare un malessere reale e diffuso che merita ascolto, dall’altro sollevano interrogativi sulla differenza tra un’autentica volontà di partecipazione e la ricerca di visibilità o consenso facile in un’area complessa della città.
“Cessate il fuoco! Fermare Israele! Fermare il massacro del popolo palestinese!”: è questo lo slogan con cui numerosi partiti e associazioni hanno convocato un presidio a Parma, per venerdì 11 aprile, alle ore 17.30, davanti alla Prefettura (strada Repubblica, 39). L’iniziativa parte in seguito a un appello lanciato dall’Anpi nazionale, alla quale però non ha aderito la Comunità palestinese della città che, in un comunicato, chiede conto ad alcune organizzazioni che hanno promosso la manifestazione delle ragioni della loro assenza nelle tante manifestazioni svolte a Parma nei mesi passati. Tuttavia, i palestinesi di Parma rilanciano anche una mobilitazione comune attraverso un’iniziativa concreta: una mozione del Consiglio comunale di condanna del genocidio del popolo palestinese da parte del governo di Israele. Di seguito i due comunicati (ndr).
Questo fine settimana abbiamo iniziato i primi banchetti per la raccolta firme per la petizione popolare sul diritto all’abitare, Una firma a forma di casa, sabato al mercato dell’Annunciata e domenica a quello di piazzale Matteotti. Ci sentiamo di condividere una riflessione per questo esordio dell’iniziativa, perché è andata oltre le nostre migliori aspettative. In genere non è semplice fermare qualcuno con un volantino per strada e parlargli di un’iniziativa politica, si incontra molta diffidenza che è difficile scalfire, è una caratteristica a cui ormai ci siamo abituati.
Nelle settimane scorse esponenti di Fratelli d’Italia avevano goffamente attaccato il Liceo classico e linguistico Romagnosi di Parma per aver organizzato alcune lezioni e incontri. Molte voci si sono sollevate per esprimere solidarietà al preside, ai docenti e a tutta la scuola, tra le quali anche quella del Centro studi movimenti (qui il link). Negli ultimi giorni anche i rappresentanti degli studenti del Liceo scientifico Marconi e dello stesso Liceo Romagnosi hanno inviato alla stampa i loro comunicati che pubblichiamo di seguito (ndr).
A ottant’anni dalla Liberazione, in vista della festa del 25 Aprile e delle molte iniziative che si terranno in città, la Libera Università del Sapere Critico e il Centro studi movimenti organizzano un appuntamento per comprendere la lotta partigiana e l’impatto che ebbe nella costruzione dell’identità nazionale del nostro paese.