Così si conclude la lettera che Elena Cecchettin ha scritto al «Corriere della Sera» in seguito alla notizia della morte di sua sorella Giulia. E noi sabato mattina scenderemo in piazza esattamente così, con l’idea che di minuti di silenzio ne siano già stati fatti tanti, troppi e che ora serva tutta la nostra rabbia, tutto il nostro rumore. Continue reading ““Per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto””
Il genocidio del popolo palestinese ad opera di Israele è tra i più efferati dalla fine della II guerra mondiale: si compie in diretta, sotto gli occhi inorriditi ed increduli della popolazione mondiale che assiste ad un massacro in assoluta violazione del diritto internazionale e in totale dispregio di ogni sentimento di umana pietà. Tanta ferocia criminale ha suscitato grande sdegno nel mondo, come raramente è accaduto. Le piazze ovunque sono solidali coi palestinesi. Continue reading “Il genocidio palestinese: lente d’ingrandimento delle colpe dell’occidente”
A due settimane dall’ultimo, partecipatissimo corteo, Parma scende di nuovo in piazza per la Palestina. A renderlo necessario è la rabbia di fronte al genocidio in atto, che ora coinvolge anche gli ospedali della Striscia, già privati di acqua ed elettricità. Rabbia acuita dalla falsa propaganda dei giornali e dei media, anche nel nostro Paese, dove si confondono volontariamente antisemitismo e resistenza contro un’oppressione che dura da più di settant’anni. Continue reading “Parma di nuovo in piazza per la Palestina”
Oggi, sabato 18 novembre si svolgerà a Parma una nuova manifestazione di solidarietà con il popolo palestinese e per il cessate il fuoco su Gaza. La partenza del corteo è prevista per le 15, con concentramento a piazzale Santa Croce. In vista di questo nuovo appuntamento la comunità italo-palestinese di Parma ha scritto una lettera aperta al Comune di Parma che pubblichiamo [ndr].
Noi della comunità palestinese di Parma, arrivati ora alla terza generazione (essendo molti di noi arrivati da decenni, ai quali si sono aggiunti studenti e dottorandi) in molti siamo cittadini italiani e i nostri figli e nipoti sono italo-palestinesi. Possiamo definirci Comunità di italo-palestinesi parmensi e apprezziamo la nostra città, Parma, medaglia d’oro al valore militare, decorata il 9 settembre 1947 per il sacrificio della sua popolazioni e per la sua lotta Partigiana.
İl corteo è stato deciso, colorato e soprattutto combattivo. La rabbia per un genocidio in corso, quello palestinese, non lascia spazio ad interpretazioni. “Palestina libera”, “Gaza libera” e “Falastin hurra, İsrail barra” sono slogan urlati a squarciagola da arabi di prima, seconda e terza generazione, dai giovani italiani, da facce che sempre meno vedi in piazza. Forse il 25 aprile, qualche volta. Speso disilluse dalla politica. Continue reading “Fianco a fianco per la Palestina!”
Da tempo a Parma non si vedeva un corteo come quello di ieri. Un migliaio di persone hanno scandito slogan ininterrottamente, per lanciare un grido di dolore che arrivasse alle orecchie intorpidite dei nostri governanti, della nostra società, che assiste in prima serata ad un massacro senza precedenti negli ultimi decenni, quello dell’esercito israeliano nella striscia di Gaza, arrivato alla triste conta di 10 mila vittime, senza risparmiare, scuole, ospedali, ambulanze, tendopoli. La chiamata della comunità palestinese di Parma a cui abbiamo aderito e contribuito con entusiasmo ha chiamato il concentramento in Piazzale Picelli, un richiamo all’antifascismo e alla resistenza che ha permeato tutto il corteo, terminato proprio sotto il monumento al Partigiano.
C’è un fascista che ci invia spesso messaggi. Li invia a noi membri di una chat di ex universitari, una chat già salita alla ribalta per la serata paninara promossa dai negazionisti delle Barricate di Parma (LEGGI). Anche allora il fascista ci inviò un Whatsapp di premura: domani sera tutti alla presentazione del libro contro le Barricate, e poi via a sfondarsi di salamella made in Italy. Nessun altro in chat è fascista. Ed è appunto ciò che rende la faccenda interessante. Continue reading “I fascisti, alla fine, sono come la mamma”
Sabato 7 ottobre ero a Betlemme, a casa della mia amica Nur, mi ero svegliata presto perché nel pomeriggio dovevo rientrare in Italia, stavo preparando i bagagli. Nur abita in un campo profughi, uno dei tre presenti i città, uno tra i 27 della Palestina occupata, uno tra i 32 presenti in Siria, Libano e Giordania. Questi campi sono nati insieme all’esodo dei rifugiati palestinesi in fuga dall’occupazione militare israeliana del 1948: anno diventato periodizzante e contestato, ricordato da una parte come la nakba, la catastrofe, in cui venne perso lo stato e iniziò il genocidio della popolazione araba; dall’altra parte, celebrato come l’anno di fondazione dello stato ebraico. Continue reading “Il terrore del quotidiano”
Dall’8 settembre scorso, nelle sale di Palazzo Pigorini (strada della Repubblica, 29/A), a Parma, è visitabile la mostra Archivio Amoretti. Il volto della città nel secolo breve. Parma 1922-1997. Promossa dal Comune di Parma, in collaborazione con la famiglia Amoretti e il Centro studi movimenti, l’esposizione racconta la storia di Parma nel corso del Novecento. Lo Studio Amoretti, infatti, ebbe una straordinaria longevità, fondato da Armando nel 1938 (dopo una lunga collaborazione con altri importanti atelier della città) passò ai figli Mario e Giovanni e poi alla nipote Bianca. Della mostra (visitabile fino al 5 novembre, da mercoledì a domenica, dalle 10 alle 19) e del lavoro fotografico degli Amoretti ne abbiamo parlato con Andrea Tinterri (curatore dell’esposizione insieme a Cristina Casero).Continue reading “I volti del Novecento nelle fotografie dello Studio Amoretti. Intervista ad Andrea Tinterri”
di Comunità palestinese di Parma, Potere al Popolo, Marx 21, Fronte comunista, FGC, Artlab, Ecologia Politica Parma e Studenti contro il carovita
“Tutti a dire della rabbia del fiume in piena e nessuno della violenza degli argini che lo costringono”. Il 7 ottobre ci siamo svegliati e ci siamo ricordati della Palestina. Con una semplificazione estrema l’occupazione, il colonialismo, la pulizia etnica e l’apartheid attuati indiscriminatamente e quotidianamente da Israele sono stati cancellati e così i nostri politici fanno a gara di solidarietà per dimostrarsi vicini a Israele, condannare la Resistenza palestinese e schierarsi dalla parte giusta.