da Rifondazione Comunista – Federazione di Parma
Esprimiamo la nostra contrarietà al progetto di ampliamento dello Stadio Tardini proposto da una società privata e fatto proprio in modo subordinato dall’Amministrazione Comunale, che in questo modo rinuncia ad essere protagonista negli interventi che riguardano la città per assecondare passivamente gli interessi che oggi dominano nel mondo del calcio e se ne servono come ulteriore strumento attraverso il quale il capitale privato mette le mani sulla città.
Approfittando di un quadro normativo, a livello nazionale, sempre più labile e permissivo, in diverse città d’Italia, gli interventi sugli stadi sono diventati occasione per operazioni di speculazione edilizia sempre più spregiudicate. Il progetto di espansione non è dettato da esigenze di funzionalità dello stadio per le finalità che gli sono proprie, ma dal proposito di aggregare allo stadio stesso altre funzioni (spazi commerciali, parcheggi…) che contribuirebbero a garantire alla nuova proprietà del Parma Calcio quei profitti senza i quali l’imprenditore americano, nuovo proprietario, si sarebbe guardato bene dall’imbarcarsi nelle nostre vicende calcistiche.
L’aspetto più grave dell’operazione sono i danni che la città e il tessuto urbano del quartiere ne ricaverebbero. È inaccettabile l’abbattimento della scuola Pezzani: a parte il danno economico, la logica dell’abbattere e ricostruire altrove, che comporta consumo di suolo e smaltimento e spreco di materiali, è distruttiva da un punto di vista della sostenibilità ambientale, tanto più se l’edificio in questione è funzionale e in buone condizioni.
E senz’altro non c’è bisogno di altri spazi commerciali in centro, a breve distanza dal Barilla Center: aumenterebbero il traffico e affosserebbero ulteriormente la già precaria rete della piccola distribuzione. Anche i parcheggi che faciliterebbero l’uso dell’auto fino a ridosso del centro storico non sono compatibili con l’esigenza di ridurre il traffico cittadino.
La soluzione migliore, a nostro parere, è che lo stadio resti com’è, o perlomeno che si escludano interventi che appesantiscano ulteriormente l’impatto sulla zona circostante e che comportino l’impiego di denaro pubblico. Si prendano invece in esame tutti gli accorgimenti necessari per limitare al massimo i disagi per gli abitanti del quartiere. Anche l’ipotesi di un trasferimento è problematica se, come si accennava in precedenza, si individua nella logica dell’abbattere per ricostruire altrove una minaccia per l’ambiente e un incentivo alla speculazione.