La roulette russa del pendolare

da Potere al Popolo Parma

Nel 2018, in Emilia-Romagna sono stati oltre 30mila i treni regionali in ritardo: di questi, circa 4mila quelli soppressi. Le situazioni peggiori si vedono sulle tratte più trafficate, sulla Bologna – Piacenza – Milano, un treno in ritardo o soppresso ogni cinque. Ma le cose non vanno molto meglio sulle linee “secondarie periferiche”, vittime fra l’altro della politica dei bus sostitutivi. Questi, specie nelle ore di punta, non garantiscono a tutti gli utenti abituali la possibilità di viaggiare a causa dei posti limitati: sulla linea Fidenza – Cremona, maglia nera regionale, si parla di una corsa su tre in ritardo o cancellata.

Una vera e propria roulette russa: ritardi, cancellazioni, treni vecchi più di quarant’anni, incidenti. Sono disagi che si riflettono nella vita quotidiana e nelle tasche dei pendolari. Per non parlare dei veri e propri disastri, come i tragici avvenimenti di Crevalcore e Pioltello.

Tutto questo non è un caso ma il frutto di scelte politiche ben precise. Il pareggio di bilancio in Costituzione, prodotto dell’austerità imposta dalla Ue e accettato da tutte le forze oggi in parlamento, si traduce nella mancanza di risorse a tutti i livelli istituzionali. Le Regioni, a cui è in capo il trasporto locale e pendolare, sono quindi sempre meno in grado di offrire un servizio che è un diritto dei cittadini.

In un territorio come il nostro, fra i più inquinati d’Europa e del mondo, il trasporto pubblico andrebbe incentivato, sostenuto, avviando un percorso che conduca a una mobilità sostenibile. Invece, la Regione continua a versare milioni per la costruzione di opere come la TiBre o la Cispadana, non solo inutili ma dannose, perché distruggono intere aree protette mentre favoriscono il trasporto su gomma e le relative emissioni. Opere di cui beneficiano in pochi, a danno di tutti.

Non possiamo più tollerare che poche persone realizzino profitti da capogiro sulla nostra pelle. Per questo chiediamo:
– Un vero controllo pubblico dei trasporti ferroviari, al servizio del cittadino
– Un massiccio piano di investimenti: no al pareggio di bilancio e alle logiche di mercato nei servizi pubblici
– Risorse per rimodernare, mettere in sicurezza, migliorare e potenziare il servizio
– Un trasporto pubblico sicuro, efficiente, accessibile
– Puntualità e pulizia delle carrozze
– La fine della politica dei bus sostitutivi
– Stop alle “grandi opere” e alla cementificazione indiscriminata del territorio