William Benbow 1830. Scioperi in Europa 2023. Parte 1

di Piermichele Pollutri [1]

Caricatura di William Benbow sulla rivista “Punch” (1848).

«Da molti anni il popolo non ha fatto niente per sé stesso. Non è neanche esistito perché non ha potuto godere effettivamente la propria vita. La sua esistenza è servita ad altri, procurando loro tutti i piaceri della vita; esso è stato in rapporto a se stesso, come un non-essere… quale lavoratore può affermare di vivere veramente? A meno che non si voglia dire che egli vive quando deperisce a fuoco lento, producendo, con lo stomaco vuoto e le membra spossate, ciò che serve a far vivere altri uomini. L’esistenza dell’operaio è negativa. È vivo per la produzione, la miseria, la schiavitù, morto per la gioia e la felicità… Il popolo è lo zimbello della società»[2].

Chiare quanto provocatorie sono le riflessioni che William Benbow, membro irrequieto della National Union of the Working Classes and Others fondata nell’aprile 1831 dai discepoli di Owen, lascia su un opuscoletto di quindici pagine pubblicato a Londra nel 1832 intitolato Grand National Holiday and Congress of the Productive Classes[3]. Benbow non si preoccupa di trovare una spiegazione scientifica del fenomeno che denuncia ma si limita a constatare il fatto. Benbow non è un intellettuale di professione: calzolaio, cabarettista, poi libraio e infine direttore di un cafè chantant. Il suo nome appare nelle controversie dei riformatori di Manchester a partire dal 1816. Continue reading “William Benbow 1830. Scioperi in Europa 2023. Parte 1”

Il lavoro offeso. Lottiamo per la dignità

Cristina Quintavalla

Manifestanti investiti dal getto degli idranti durante il presidio al porto di Trieste del 18/10/2021

L’esercito francese aveva subito la più cocente delle sconfitte: l’imperatore Napoleone III era stato catturato, l’esercito prussiano era giunto sino a Parigi e aveva imposto una resa disonorevole alla Francia imperiale, che pure sembrava proiettata grazie a vent’anni di fasti e successi verso l’egemonia del continente europeo. Il governo Thiers, nel mezzo di una devastante crisi economica, sociale, politica, chiese proprio al nemico prussiano di liberare 100mila prigionieri di guerra in modo da disporre delle forze necessarie per reprimere la Comune di Parigi e dare la caccia ai comunardi. Proprio così: fu ricercata un’intesa col nemico, che aveva così sprezzantemente umiliato e messo in ginocchio la Francia, contro i lavoratori francesi in lotta. Continue reading “Il lavoro offeso. Lottiamo per la dignità”