Non si cancellano la storia e il valore della Resistenza jugoslava di Tito

di Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti di Parma

Incontro di Stato in Jugoslavia nel 1979 fra il Presidente Josif Broz Tito e il Presidente della Repubblica italiana Sandro Pertini.

Si accentua l’azione revanscista revisionista sul piano culturale e storiografico diretta a riconsiderare il fascismo screditando la Resistenza antifascista e la parte più avversa e combattiva rispetto ad esso come quella dei partigiani comunisti jugoslavi. Viene attaccata in particolare la figura di Tito artefice della Resistenza jugoslava che con enormi sacrifici ha liberato la Jugoslavia dalla feroce occupazione nazifascista durata dal 1941 al 1945. A Parma fascisti e leghisti continuano a chiedere la cancellazione dalla toponomastica cittadina della via intitolata a Tito dal Comune quarant’anni fa. L’ANPPIA (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti fondata a Roma nel ’45 da Pertini, Terracini e altri perseguitati) a Parma in questi giorni ha stampato e distribuito in via Tito il flayer che qui riproduciamo.

Fascisti, leghisti e destre reazionarie e anticomuniste, non sufficientemente soddisfatti dell’intitolazione a Parma di una via della città col nome “martiri delle foibe” (e nonostante il nome sia fuori legge poiché nemmeno la legge 92/2004 parla mai di “martiri delle foibe”) e di un parco col nome “Norma Cossetto” (e nonostante l’assenza di chiarezza sulle circostanze della fine della giovane istriana), vorrebbero fosse eliminata l’intitolazione della via di Parma a Tito fatta dal Comune nel 1984 col Sindaco socialista Lauro Grossi. E’ una richiesta grave e assolutamente inaccettabile, espressione di quel “revisionismo storico”, anzi “rovescismo storico”, mirante a sminuire il valore della Resistenza partigiana antifascista, oscurare le responsabilità e i crimini fascisti e nazisti, e riconsiderare in qualche modo il fascismo.

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