Sabato 6 dicembre abbiamo partecipato all’incontro sulla vicenda che ha coinvolto il Teatro Due e un famoso regista, condannati a risarcire due attrici per molestie e violenze sessuali, avvenute durante un corso di alta formazione. L’incontro è stato un momento pubblico e necessario per interrogarsi su cosa è successo, come è potuto succedere, perché nessuno ha fatto nulla, cosa fare ora e ci ha portato ad alcune riflessioni che intendiamo condividere con l’obiettivo di continuare a riflettere collettivamente su quanto successo e quanto succederà.
“Il carcere non è ancora la morte, benché non sia più vita”, (Adriano Sofri).
La serata organizzata da Potere al popolo Fidenza per venerdì 21 novembre, presso il circolo Ex Macello (via Mazzini 3) di Fidenza, cercherà di spalancare una finestra sulla condizione della popolazione carceraria in Italia. Oggi migliaia di persone detenute restano senza voce, in apnea. La crisi del sistema penitenziario è solo una delle criticità che le riforme dell’attuale Governo hanno aggravato. A fine agosto 2025 il sistema penitenziario è tornato a contare oltre 63 mila persone detenute per meno di 47 mila posti realmente disponibili – un tasso di sovraffollamento che ha superato il 135%. Il numero di decessi all’interno delle carceri è esorbitante: 246 nel 2024 e 199 al 21 ottobre del 2025. Tra questi i suicidi “certificati” come tali sono 68, cinque volte in più di quelli dei cittadini “liberi”.
Senza casa non può esserci cittadinanza e il divario di ricchezze che negli ultimi vent’anni si è prodotto nelle nostre città ci racconta di una cittadinanza sempre più legata al reddito, con costi immobiliari declinati sul mercato finanziario e lontani da salari da trent’anni al palo.
E così abbiamo un’Italia senza casa e Sarah Gainsforth ce la restituisce fornendoci numeri e statistiche utili a sostenere quello che percepiamo sulla nostra pelle da ormai molto tempo: abitare nelle nostre città è sempre più difficile. Innanzitutto per i costi proibitivi di un’abitazione: dall’inizio del secolo a oggi i prezzi delle case sono aumentati a Roma del 56%, a Milano del 70%. Questo anche perché dagli anni Novanta lo stato ha rinunciato ad avere una politica abitativa. Se gli affitti oggi valgono una quota del 16% sul totale nel 1971 valevano per il 40%, perché l’unico intervento pubblico è stata l’agevolazione del mercato immobiliare. Il risultato è stato un aumento dei prezzi vertiginoso e una crisi abitativa che risulta paradossale, visto che la cementificazione del nostro paese dal dopoguerra in avanti prosegue incessantemente senza alcun legame con l’andamento demografico.
Venerdì 31 ottobre, alla Libreria Chourmo verrà presentato il libro di Rodrigo Nunes Nè verticale né orizzontale. Una teoria dell’organizzazione politica (Edizioni Alegre 2025). Con l’autore discuteranno Andrea Bui (Potere al popolo) e Erika Trombi (Casa del popolo Thomas Sankara). Di seguito pubblichiamo una recensione al volume di Andrea Bui [ndr].
“Ovunque ci siano persone che non si sentono obbligate a essere o questo o quello, e che adottano tattiche e pratiche non per puntellare un’identità ma perché potrebbero funzionare, c’è speranza…”
Rodrigo Nunes compie un’operazione tanto coraggiosa quanto necessaria: non considerare la questione organizzativa come una questione identitaria, un’arena in cui si scontrano irriducibili opposizioni: “orizzontale vs verticale”, “movimento vs partito”, “autonomia vs coordinamento”. In Nè verticale né orizzontale non troveremo un modello tutto nuovo, ma una postura e uno sguardo nuovi sul tema. Innanzi tutto una postura pragmatica, che si chiede “se funziona” prima di chiedersi se “sia giusto”, una domanda necessaria viste le sconfitte da cui la sinistra sembra non riesca ad uscire. E una delle spie di questa impasse potrebbe essere proprio un dibattito sull’organizzazione che non si preoccupa dell’efficacia. L’organizzazione è stata spesso e volentieri vista come la scelta della forma giusta che aveva più a che fare con l’identità che non con il suo essere adeguata ad uno scopo.
Venerdì 17 ottobre, all’ex Macello di Fidenza, si è tenuta una serata intensa e emozionante organizzata da Potere al Popolo Fidenza: “Un giorno in Palestina. Orizzonti narrativi per decolonizzare la mente”, voci coraggiose per denunciare il sistematico stato di apartheid a cui sono sottoposti i territori occupati palestinesi.
“Se dovessi morire, Fa’ che porti speranza, Fa’ che sia un racconto!” (Refaat Alarcer)
Come dice Francesca Albanese: decolonizzare la mente significa abbattere confini e barriere, far del nostro meglio per liberarci, da entrambe le parti, delle sovrastrutture che ci impediscono di restare in contatto con ciò che di più umano e vero abbiamo in comune.
Lunedi 22 settembre è successo qualcosa di straordinario, una mobilitazione che non si vedeva in Italia da decenni. Anche Parma non ha fatto eccezione e non ricordo una piazza così piena in un mattino di sciopero, con un meteo non certo favorevole. Non ci si aspettava che saremmo stati così tanti ed è stata una bellissima sorpresa.
Venerdì 6 Giugno, dalle 19, presso l’ex macello di Fidenza (via Mazzini 3), Potere al Popolo, in collaborazione con Taama – African Food Experience, promuove un momento di ascolto, confronto e condivisione dal titolo “Sotto lo Stesso Cielo – Orizzonti Narrativi di Donne”.
Si tratterà di un evento utile ad entrare in contatto con storie di discriminazione di genere e razziali, ma anche un’occasione collettiva per mettere in discussione la cultura politica dominante e riflettere insieme su come trasformarla, alla vigilia del voto per il referendum dell’8 e 9 giugno.
«Il femminismo è uno dei movimenti politici più vitali del nostro tempo, e lotta per una società che è la stessa che chiede anche chi lotta contro il genocidio in Palestina, contro il razzismo, per la libertà e l’uguaglianza. Per questo nel marzo del 2019 a Madrid, come gruppo eterogeneo di attiviste di vari movimenti, ci siamo riunite per chiederci quale mondo desideravamo e quale percorso di lotta costruire insieme per raggiungerlo. L’arrivo della pandemia ci ha impedito di vederci fisicamente e abbiamo deciso di mettere per iscritto alcune riflessioni condivise in questo libro» Così Clara Serra, attivista e femminista spagnola, già membro dell’assemblea regionale di Madrid per Podemos, ha raccontato venerdì 9 maggio in piazzale Inzani la nascita del libro Alianzas rebeldes. Por un feminismo más allá de la identidad, appena tradotto in italiano da progetto Me-Ti col titolo Alleanze ribelli. Per un femminismo oltre l’identità (qui la scheda del libro).
Venerdì 9 maggio alle 18.30, in piazzale Inzani, a Parma, verrà presentato il libro Alleanze ribelli. Per un femminismo oltre l’identità, appena pubblicato in italiano da progetto Me-Ti, un progetto editoriale di informazione e formazione indipendente. A presentare il libro saranno Clara Serra, tra le curatrici dell’edizione originale spagnola nonché dell’edizione tradotta, filosofa e femminista e già membro dell’assemblea regionale di Madrid per Podemos, e Viola Carofalo, della redazione di progetto Me-Ti, filosofa e docente all’Università Orientale di Napoli, membro del coordinamento nazionale di Potere al Popolo. La presentazione è organizzata da Potere al Popolo Parma, con la collaborazione del bar Rivamancina.