di Marco Severo
Come una scintilla balzata fuori da un esperimento d’un futuro ancora troppo lontano, nel 2010, a Parma, un oggetto non identificato solcò l’orizzonte del sistema mediatico. Ne fu testimone un gruppo di giovani e sgomenti giornalisti, per intenderci quel tipo di giornalisti che il giorno in cui dissero “da grande voglio lavorare in un giornale” pensavano a un giornale venduto in edicola e fatto dentro una redazione dove magari – per chi era cresciuto con i film americani – i cronisti tenevano le gambe lunghe sulla scrivania, una tazza di caffè in pugno e la cornetta del telefono tra spalla e orecchio. Solo che loro no. Per loro non erano previste gambe sulla scrivania, né tazze di caffè o cornette alla Robert Redford-Dustin Hoffman. Continue reading “Parma e il giornalismo da casa”