Succede che a Parma quest’anno il corteo del 25 novembre, quello per la giornata contro la violenza di genere, sarà il 22 novembre. Anticiparlo al sabato è stata una scelta fatta dalle associazioni e realtà che ogni giorno lottano contro le molteplici forme di violenza presenti nelle nostre relazioni e nelle nostre vite, e il Comune di Parma, per far in modo di essere in piazza tutt3 insieme, student3 e mondo adulto, accomunati da un’unica necessità: eliminare la violenza di genere.
A cura di Casa delle donne Parma, Centro antiviolenza, Donne in nero, Oltre la 194, Centro studi movimenti, Ciac, Il Post, L’Ottavo colore, Giolli coop, Maschi che si immischiano, ANPI sezione Lina e Laura Polizzi, Udu, Tuttimondi, CSI, SSU, La Paz, Coro dei Malfattori, Rete diritti in casa, Vagamonde, W4W, P4W e OltreCoro
Sabato 22 Novembre 2025, ore 10, con ritrovo in piazzale Santa Croce, a Parma, è stato organizzato da numerose associazioni e studenti e studentesse delle scuole superiori un “corteo per la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza di genere”. Qui di seguito il testo del volantino diffuso sui social, intitolato “Rompiamo il silenzio!” [ndr].
Gridiamo insieme perché vogliamo eliminare ogni forma di violenza dalle nostre vite. Gridiamo perché ci fa orrore uno Stato che non riconosce l’autodeterminazione femminile, che attacca i centri antiviolenza femministi, che svuota la sanità pubblica, che delegittima ogni forma di dissenso e che sa solo punire e controllare in nome di una sicurezza che nulla ha a che fare con la nostra libertà e con i nostri diritti.
Appartengo a quella generazione che si è avvicinata alla politica a metà degli anni Ottanta, prima della crisi del “comunismo novecentesco” e dopo la grande ondata dei movimenti giovanili degli anni Settanta. Ho iniziato la mia “militanza” nell’arcipelago dei collettivi della sinistra antagonista, dove ho imparato i rudimenti dell’analisi, i linguaggi, i riti e le forme di lotta di quell’universo. Ad esso mi sento ancora legato. E sebbene non lo idealizzi, lo ricordo senz’altro più stimolante dell’ipocrita teatrino politico neoliberale. Che già allora, peraltro, si andava delineando.
Appartengo a quella generazione di militanti che ha fatto proprie, nonostante l’artiglieria massmediatica dell’anticomunismo dilagante, le basi del pensiero marxista (nelle sue diverse declinazioni) o quello libertario e anarchico. Una generazione di militanti che si sentiva in continuità con le lotte del decennio precedente, quelle del “lungo Sessantotto”. E che continuava a urlare la propria rabbia contro “i padroni”, “il capitalismo” e “l’imperialismo”. Fra le culture e le esperienze delle quali ci sentivamo eredi c’era senz’altro anche il femminismo, con le sue parole di liberazione dal patriarcato e dal maschilismo. Da quelle parole ho cercato di farmi guidare non solo nelle scelte politiche ma anche nella vita personale.
Qualche anno fa, poi, quasi all’improvviso, ho iniziato a sentire parole nuove, scandite da donne di un’altra generazione. Donne che, ancora, scuotono il presente. E con esso anche uomini come me.
Di nuovo al Parco della Musica (Ex Eridania), di nuovo una tre giorni, di nuovo una lunga carrellata di ospiti chiamata a confrontarsi sul palco e col pubblico anche sui temi più difficili e divisivi.
Torna a Parma dal 19 al 21 settembre 2025 il festival biennale di cultura femminista ReSister!, ideato e progettato dalla Casa delle Donne e in co-organizzazione con il Comune di Parma. In calendario oltre 20 appuntamenti sul palco tra talk, spettacoli, in una cornice di spazi verdi, laboratori, tavoli da condividere e stand in cui decine di associazioni declineranno i propri progetti e impegni quotidiani.
Sabato scorso, 31 maggio, in via Melloni, a Parma, è stata inaugurata la Casa delle donne. Dopo sei anni di iniziative e trattative con il Comune di Parma, il collettivo transfemminista apre questi nuovi spazi per nuove mobilitazioni. Di seguito pubblichiamo l’intervento di Elisabetta Salvini, presidente dell’associazione, all’inaugurazione [ndr].
Abbiamo avuto tanto tempo a disposizione per prepararci e, tra le tante cose che abbiamo pensato per questa serata, c’è anche una cartolina che contiene una frase che ci sembrava perfetta per l’occasione. “Una selvaggia pazienza ci ha condotte fin qui”. Una frase che insieme al sottotitolo Storia di un gruppo di donne a Bologna negli anni ’70 e ’80, era il titolo di una ricerca edita nel 1991 dall’associazione Lavinia Fontana di Bologna. E noi l’abbiamo scelta per due motivi.
Scrivere del libro di Margherita Becchetti, Non per bellezza. Donne (e uomini) nella lotta partigiana, edito da Mup nell’aprile del 2025, significa, per me, scrivere del libro di un’amica/sorella e compagna di scelte ed è insieme la cosa più facile e più difficile che ci sia.
Facile, perché le parole di chi condivide i tuoi stessi percorsi di studio e il tuo stesso sguardo sul mondo sono anche le tue. E in quelle parole ti ci metti comoda, ti ci ritrovi e il sentirle così vicine le fa inevitabilmente sembrare giuste, quasi fossero le sole possibili, le sole in grado di restituire quella quelle storie, quelle vite, la storia.
Tuttavia, per le stesse ragioni, diventa anche difficile. Perché la riconoscenza è uno strano motore che rischia di ridurre la lucidità necessaria per porsi domande e, se serve, criticare, prendere le distanze.
Commento lungo ma necessario su Priamo Bocchi e sulla crisi di virilità (perché non ci accontentiamo e perché ci sono troppi tranelli nell’eco e nel discorso del consigliere regionale).
Ciò che ci inquieta del discorso di Priamo Bocchi è che Priamo Bocchi non parla da alticcio avventore di un qualsiasi bar della nostra città sorniona, ma prende parola nello spazio pubblico e lo fa da esponente politico di Fratelli d’Italia, il partito che governa il nostro Paese e che, stando ai sondaggi, pare sfiorare il 30% dei consensi. Continue reading “Ciò che inquieta del discorso osceno di Priamo Bocchi”
David Alfaro Siqueiros, La marcia dell’umanità (particolare).
“Ogni giorno, instancabilmente, miliardi di donne puliscono il mondo. Senza il loro lavoro milioni di dipendenti e agenti del capitale, dello stato, dell’esercito, delle istituzioni culturali, artistiche, scientifiche non potrebbero occupare i loro uffici, mangiare alle loro mense, tenere le loro riunioni…” (F. Vergès, 2020), tornare nelle loro case linde, far accudire i loro figli e gli anziani.
Sono le presenze invisibili che immagini dietro le vetrate di uffici illuminati, quando ormai è buio e supponi che i loro figli saranno a casa di qualcuno, o soli e incustoditi, forse senza cibo, in attesa di un ritorno. Se non fossero lì, in una casa misera, in una scuola che spesso ancora li discrimina come incapaci, sarebbero in una miniera o in un laboratorio clandestino a tessere abiti per il fast-fashion. O sono quelli che ritornano, magari in una stanza condivisa con altri, quando ormai è notte, con un treno dove hanno caricato le loro bici, magari comprate indebitandosi, per portare il cibo pronto alle case altrui. Continue reading “Decolonialità e femminismo. A febbraio inizia un nuovo corso alla LUSC”
In queste ultime due settimane, complice anche la cadenza del 25 novembre, nella nostra città sono state pubblicate – non certo dal quotidiano locale – tre interessanti riflessioni maschili sulla violenza e sulla mascolinità. Sono tre riflessioni diverse tra loro, ma che ci dicono che qualcosa si sta muovendo e portano alla luce che c’è, da parte di alcuni uomini, una nuova urgenza di “ribaltare un paradigma di mascolinità che è da sempre funzionale al patriarcato e lo alimenta ogni giorno”, come ha scritto Christian Donelli. Continue reading “C’è qualcosa oltre il “Not All Men””
Ieri, 25 novembre, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, in apertura della seduta del Consiglio comunale di Parma sono intervenute diverse associazioni (Casa delle donne, Centro antiviolenza e Maschi che si immischiano) per sensibilizzare l’assemblea e la cittadinanza. Di seguito pubblichiamo l’intervento di Elisabetta Salvini della Casa delle donne (ndr).
Buongiorno consigliere e consiglieri, quando il presidente Michele Alinovi ci ha chiesto di intervenire in questo consiglio, abbiamo pensato molto a cosa valesse la pena dire in questa sala, che non è solo luogo di confronto sulla gestione della pubblica amministrazione ma anche luogo di discussione circa i valori che dovrebbero stare alla base della nostra comunità. Continue reading “La voce delle donne risuona nella sala del consiglio comunale”