Cargo: chi ci guadagna e chi paga?

da Potere al Popolo Emilia-Romagna

L’aeroporto Verdi di Parma è al 35° posto per movimenti su 42 scali nazionali, conta 200mila passeggeri a fronte dei 2 milioni che servirebbero e, infatti, è in rosso fin dalla sua inaugurazione: perde circa 2,5 milioni l’anno. Non male, eh? L’accanimento terapeutico per tenerlo in vita ha un costo elevatissimo da decenni ma non è ancora finito: l’ultima pensata per recuperare questa “infrastruttura strategica” è stata di renderla un aeroporto cargo, con allungamento della pista.

La Sogeap, la società che gestisce lo scalo e il cui socio di maggioranza è l’Unione Parmense degli Industriali, spera di portare 22mila tonnellate l’anno di merce e 3.500 operazioni di volo: l’idea, quindi, è far diventare Parma un nuovo polo logistico in competizione con quello di Piacenza, che è ad appena 70 km di distanza. Un calcolo da libro dei sogni in cui a guadagnarci non sarebbe solo la Sogeap ma tutto il tessuto industriale dei dintorni. Ovviamente da questa fanta-economia rimangono fuori i cittadini.

Guarda caso, anche la cittadinanza è chiamata a pagare la mossa geniale per salvare il Verdi, con 12 milioni dalla Regione Emilia-Romagna e 5 dal Comune di Parma. Ma i costi in termini di impatto ambientale sarebbero ben peggiori: gli aerei cargo sono i mezzi più inquinanti in assoluto, aumentando i voli aumenterebbe il traffico su gomma e, come se non bastasse, l’opera si mangerebbe 30 ettari di suolo agricolo, impermeabilizzando ancora un territorio ad alto rischio esondazione. Poi, però, il sindaco Pizzarotti candida Parma a capitale green d’Europa. A voi i commenti.