Come ripartire? Opere utili e non il “bazooka” di Bonaccini

da Partito della Rifondazione Comunista di Parma

Per ripartire dopo il disastro della pandemia saranno necessarie ingenti risorse finanziarie; spenderle bene è quanto mai importante perché le scelte attuali incideranno sul nostro futuro. Preoccupano allora le dichiarazioni del Presidente della Regione Bonaccini dalle quali risulterebbe che il nostro territorio abbia bisogno soprattutto di strade, autostrade, aeroporti… riproponendo il completamento dell’autostrada Ti-Bre e l’estensione e riconversione cargo dell’aeroporto a Parma. Due opere disastrose già prima, tanto più adesso. Tra le infrastrutture previste, soltanto il raddoppio e l’elettrificazione della Ferrovia Pontremolese rispetta criteri di mobilità sostenibile. Il resto sono soldi buttati, consumo di suolo, danno ambientale.

Eppure proprio questo periodo di emergenza ha reso evidenti, per chi vuol
vedere, quali sono le esigenze reali, che cosa è importante e che cosa è
secondario, o inutile, o dannoso. Le difficoltà fanno emergere le fragilità, e così è stato anche questa volta.

In questi mesi, abbiamo drammaticamente constatato le conseguenze di
tagli, regionalizzazione, privatizzazione della sanità pubblica. Servirebbe
urgentemente un adeguato rifinanziamento e potenziamento del servizio
sanitario pubblico, mentre sono, per ora, del tutto insufficienti le risorse previste per la sanità dal piano di Bonaccini;

– abbiamo avuto modo di riflettere sul trattamento che questa società
riserva agli anziani che hanno bisogno di assistenza. Sarebbe necessario
garantire realmente questo come servizio pubblico, fondamentale,
accessibile a tutti e di qualità;

– si è estesa ulteriormente una condizione di povertà troppo diffusa già
prima, in contrasto stridente con la ricchezza complessiva della società.
Serve in ottica redistributiva, questo a livello nazionale, una tassa
patrimoniale sulle grandi ricchezze e ripristinare una forte progressività
fiscale;

– anche nella nostra provincia, la precarietà lavorativa si è fatta ancor
di più esistenziale, tanti lavoratori hanno perso il proprio lavoro e c’è
il rischio che proprio sui lavoratori venga di nuovo scaricata la crisi in
atto. Per evitarlo, servono interventi pubblici per il rilancio
dell’occupazione, ridurre l’orario di lavoro a parità di salario e
garantire un reddito;

– mentre si decretava l’obbligo di stare in casa, ci si è accorti di chi
questa indicazione non può rispettarla perché una casa non ce l’ha, o vive
in abitazioni degradate. Tanti, troppi, poi, si trovano già ora, nella
condizione difficile di non riuscire a pagare affitti e bollette. E’
necessario ripristinare il patrimonio di edilizia pubblica che in questi
anni è stato svenduto, cominciando almeno dal ristrutturare e assegnare i
numerosi appartamenti di case popolari in attesa da anni di una
manutenzione, per la quale non si trovano mai finanziamenti adeguati;

– l’aria che respiriamo, in una zona tra le più inquinate al mondo, riduce
l’aspettativa di vita e, come diversi studi rilevano, sicuramente non ha
aiutato i nostri polmoni ad affrontare le insidie del virus (da questo
punto di vista autostrade, aeroporti, mobilità privata non sono la
soluzione, sono il problema) serve puntare realmente su mobilità
sostenibile (ferrovie, trasporto pubblico, mobilità ciclopedonale),
risparmio ed efficientamento energetico. In generale tutti i servizi alla persona vanno sostenuti come alternativa stabile alla precaria assistenza emergenziale, che comunque deve essere garantita al meglio.

Rispondendo a queste esigenze, mentre si migliora la vita, si crea lavoro
non meno che costruendo strade, autostrade o aeroporti cargo.  Ma il “bazooka” del Presidente della Regione (questa l’infelice espressione coniata dallo stesso Bonaccini per indicare il piano d’intervento regionale) sembra sparare miliardi (quattordici) in tutt’altra direzione. D’altra parte, da un bazooka, che tra l’altro sembra più un boomerang, non possiamo aspettarci certo opere utili.

Si deve intervenire in modo più costruttivo. La difficile situazione che
stiamo vivendo offre l’opportunità di fermarsi a ripensare le nostre città,
i nostri territori, l’intera società e mettere in discussione le scellerate
politiche liberiste di questi ultimi decenni, non per ripartire come prima
più di prima. Confermiamo il nostro NO, più volte espresso, alla Ti-Bre e alla
riconversione cargo dell’aeroporto di Parma.

E ribadiamo che le priorità di investimento devono necessariamente essere
altre: lavoro, sanità e scuola pubbliche, edilizia popolare, garanzia di un
reddito, riconversione ecologica, risparmio ed efficienza energetica,
agricoltura e mobilità sostenibili.

Pensiamo sia necessario superare l’attuale frammentazione e costruire la
più ampia convergenza di forze, partiti, movimenti, associazioni che
condividono questa prospettiva e sono interessate a mettere in campo
un’agenda alternativa per la nostra città, per la nostra provincia e per
l’intera Regione.