E l’autista disse: “Tornatevene in Africa”

di Katia Torri

Questo pomeriggio (sabato 15 giugno 2019) a Parma, sono stata testimone diretta di un episodio a dir poco ingiurioso. Ero al capolinea del 9 in piazzale S.Ilario ad aspettare l’autobus delle 14.43, in direzione ghiaia, con me c’era un signore con le valige e un’altra signora. Al sopraggiungere dell’autobus sono arrivati altri due ragazzini neri. L’autobus è arrivato in velocità e ha frenato bruscamente aprendo solo la porta in mezzo e quella davanti. Nel mentre, una signora nera era scesa e stava risalendo a prendere le borse che aveva appoggiato sul pavimento del bus. A quel punto, l’autista ha chiuso repentinamente le porte ed è partito lasciando la signora in strada e le borse della signora sul bus. Il signore con le valige ha fatto notare la cosa all’autista che gli ha risposto “non me ne frega un cazzo” e subito dopo ha incominciato a inveire contro i due ragazzini neri e ad insultarli del tutto gratuitamente, concludendo la performance con un “tornatevene in Africa”. I ragazzini sono scesi due fermate dopo, anche per riportare le borse alla signora che era rimasta a terra (uno ha risposto all’autista, l’altro quasi piangeva) con i restanti passeggeri dell’autobus palesemente increduli per la situazione. Ora, mi rendo conto di quanto possa esser duro il lavoro dell’autista, lavoro che per altro la maggior parte dei dipendenti della Tep svolge con la massima professionalità. Ma nulla giustifica la pubblica umiliazione di tre persone.