La Lega si lamenta dei presidi democratici contro i neofascisti

da CAP 43100 – Coordinamento Antifascista Parma

Dopo la riuscita Biciclettata antifascista del 24 aprile scorso, che ha trovato inaspettato e felice riscontro nelle strade della città e che ha riportato presenza democratica sin davanti alla sede di Casapound in via Toscana, e visto il ripetersi indisturbato (a pochi metri dal banchetto della Lega) dei presidi di Forza Nuova in via Mazzini, le diverse realtà antifasciste riunitesi in questo coordinamento (da Anpi a Usi-cit e Ateneo Libertario, da Officina popolare al collettivo Pirati metropolitani) hanno organizzato un’iniziativa sabato 11 maggio, durata quasi tutto il giorno, in varie parti della città. “Strade antifasciste” è il nome che abbiamo scelto e comunicato alla stampa e sui social nei giorni precedenti: per ribadire, col cammino, le parole e la presenza che Parma non può tollerare che gli spazi pubblici siano interessati da fenomeni di propaganda di odio.

Partendo da via D’Azeglio, le camminate e i volantinaggi hanno percorso i mercati, le scuole e le piazze di Parma, incontrando centinaia e centinaia di persone. La sosta per il pranzo sociale sotto i portici dell’Ospedale vecchio è stata un momento di condivisione e di socialità spontanea. Mangiare assieme, vivere la strada, confrontarsi, e magari stare vicino a chi ha un momento di difficoltà: una pratica che ha per noi un valore profondo.

Nel primo pomeriggio il cammino è ripreso verso via Mazzini, funestata come sabato e domenica scorsi da un drappello di neofascisti di Forza nuova a pochi metri dal banchetto della Lega. Camionette e diversi agenti in tenuta antisommossa erano schierati a difesa degli spazi occupati dal banchetto della Lega e dal presidio di Forza nuova, ai quali i camminanti non si sono avvicinati, portandosi in piazza Garibaldi e tenendo un presidio democratico.

L’azione eseguita è stata dunque nella piazza centrale di Parma, alternando gli interventi con canti antifascisti e la lettura ad alta voce di estratti della Legge Scelba, della Costituzione italiana, di La peste nera (testimonianza della resistenza di popolo a Parma, basata su fatti accaduti nel 1944). Non ci sono state forzature, né incordonature, né i poliziotti hanno dovuto cambiare la loro posizione di riposo, tanto è vero che a un certo punto si sono tolti i caschi e hanno ascoltato gli interventi.

Al di là dell’imbarazzante vittimismo, riteniamo falso e tendenzioso, soprattutto in alcuni passi, il comunicato a firma “Lega Salvini Premier Parma” visibile oggi sulla stampa locale. In particolare: “L’attacco è stato impedito solo dal tempestivo intervento della polizia di stato”. Non vi è stato nessun attacco e nessun tempestivo intervento. Le finalità della nostra iniziativa sono state comprese ed apprezzate da tutti coloro che abbiamo incontrato ed erano state pubblicizzate a mezzo stampa e sui social nei giorni precedenti. 
Le forze dell’ordine presidiano da sempre, con ingenti spese per i contribuenti, simili iniziative. La diffusione di messaggi retrogradi, razzisti, omofobi, sessisti, suscita da sempre un giusto sdegno da parte di molti.

“Sabato mattina – si legge ancora nel comunicato della Lega – i centri sociali (sic) hanno tentato di assaltare il banchetto elettorale della Lega in via Mazzini, per tutta la giornata hanno poi continuato a cercare il contatto con il nostro stand e con quello di un’altra forza politica a pochi metri di distanza”.
Sabato mattina percorrevamo le strade e le piazze diffondendo un messaggio contro i numerosi episodi violenti commessi a Parma e in molte città d’Italia in nome di razzismo, sessismo, fascismo, e parlavamo anche degli inquietanti passaggi politici che vedono affinità tra i messaggi della Lega di Salvini e i diversi movimenti di estrema destra italiana ed europea.
La cosiddetta “altra forza politica” vicina al banchetto della Lega altri non era che un presidio di neofascisti di Forza nuova, il cui fondatore è Roberto Fiore, condannato negli anni ’80 per banda armata e associazione sovversiva come capo di Terza posizione poi fuggito all’estero per un ventennio. Questa è davvero “una turbativa per la normale dialettica politica democratica” che non si può fingere di ignorare. Li avevate a 5 metri di distanza, chiedetevi il perché.